Foro Mondiale Teologia e Liberazione scommessa per l'ecologia

2009-01-28 00:00:00

Definito come un "grande spazio dove è possibile dialogare e superare i fondamentalismi" nei giorni precedenti alla settima edizione del Social Forum Mondiale (FSM), che inizia nel pomeriggio del 27 gennaio, si è svolto a Belem il terzo Forum Mondiale di Teologia e Liberazione (FMTL).

Il FMTL è nato nel 2005 a Porto Alegre, durante il quinto Social Forum Mondiale, dopo la constatazione che alcune delle motivazioni di molti partecipanti erano di carattere spirituale, religioso e etico, motivazioni molto profonde, segnala Luiz Carlos Susin, segretario esecutivo del Forum.

"Dopo aver realizzato un secondo forum a Nairobi, in Kenya nel 2007, dove sopratutto i delegati e le delegate di Africa e Asia, ci suggerirono che il forum dovrebbe essere un grande spazio dove è possibile dialogare e superare i fondamentalismi, un contributo positivo dell'esperienza religiosa per integrare il mondo, e non un'esperienza fondamentalista, aggressiva che alla fine distrugge il mondo", aggiunge Susin.

Il Forum Mondiale di Teologia e Liberazione si è tenuto a Belem, la porta d'ingresso dell'Amazzonia, anche per questo attento alle "esigenze attuali dell'ambiente, dell'ecologia, del cambio di mentalità in relazione all'ambiente, quello che ha provocato la nascita di una teologia che alcuni chiamano ecoteologia e altri chiamano nuova teologia della creazione", continua Susim con il quale abbiamo avuto questa conversazione:

- Concluso il FMTL ci sono punti di accordo, conclusioni, dibattiti aperti?

Il nostro forum è un pò come il FSM, non ha un documento conclusivo, ha alcune convergenze sulle riflessioni, nei dibattiti, a alla fine con il microfono aperto, si può andare in una certa direzione, si pubblica tutto questo nei differenti mezzi di comunicazione, si stampa, si scrive anche un libro per potersi confrontare con gli altri, per diffondere, è una questione di mentalità, è una questione di metodologia di lavoro che si sta imparando, diffondendo e che non è una unificazione dell'azione. Questa discussione esiste nel FSM e esiste anche qui.

- Ci può dire se c'è qualche messaggio, alcune idee, forze che si incamminano verso il FSM?

Durante l'ultima sessione di valutazione si sono chiariti alcuni punti che sono come delle sfide per il lavoro: una è la possibilità di integrare un riesame della tradizione cristiana, questa potrebbe tradursi in una revisione dal punto di vista del rispetto e della riscoperta della sacralità, della santità, dell'ecologia, e allo stesso tempo riconoscere i limiti di questa tradizione, e imparare da altre tradizioni, siano indigene, africane, orientali, che hanno le loro lunghe tradizioni e dalle quali si può imparare qualcosa. Un'altra linea è come costruire un discorso teologico che abbia importanza accademica, per confrontarsi con la scienza, con altri progetti di economia politica dal punto di vista ecologico. Un'altra idea è quella di lavorare nelle comunità, le chiese, le comunità di base, dove si possano formare mentalità, avere una nuova coscienza per questa nuova sensibilità in relazione ecologica.

- Sta parlando di ridefinire la religione cattolica in base all'esperienza, alle conoscenze delle comunità ancestrali, di tutto quello che significa per loro la protezione della natura? Come dovrebbe iniziare questo cammino, forse si dovrebbe ristrutturare la religione cristiana in questo senso?

Noi dobbiamo imparare dalle comunità ancestrali la loro sensibilità nei confronti della natura e questo si può diffondere nel linguaggio simbolico, nel linguaggio rituale che stiamo ancora sperimentando, tutto il nostro rituale è un pò rigido quando si compara con i rituali che hanno queste comunità. Inoltre, il cristianesimo in generale è molto influenzato dalla storia dell'occidente, e per questo non ha dato la dovuta attenzione alla natura come un libro dove Dio non solo è un sacramento, ma dove si può incontrare Dio.

I cinque secoli di colonizzazione europea sono cinque secoli di modernità, è qui il problema più grave, perchè prima, la cultura medioevale, per esempio, aveva una sensibilità maggiore nei confronti della natura, ma il cristianesimo in generale, come l'ebraismo, si era allontanato un pò dalla natura diffidando da chi rendeva omaggio ala natura come forza divina, considerando dei e dee della natura, per questo si allontanarono da questa sensibilità nei confronti della natura.

Nel medioevo ci fù un certa forma di riconciliazione, ma fù una breve parentesi dove, per esempio, c'è il grande modello di San Francesco d'Assisi, ma è un modello di un tempo niente più, immediatamente dopo iniziò questo modo moderno di trattare la natura come una macchina, come qualcosa a disposizione per lo sfruttamento, per lo spreco e adesso siamo qui in mezzo a una crisi senza precedenti, e questa deve essere una priorità.

Siamo anche nel mezzo di un cambiamento assiale della storia e in una cultura dove la globalizzazione, in questo momento di modernità, ci dà la possibilità di aprire una interpretazione delle culture che ci permettono di cambiare istituzioni, mentalità, sensibilità, e bisogna cambiare tutti insieme, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista ecologico.

Traduzione di Elvira Corona