I Movimenti Sociali chiedono risposte radicali alla crisi globale

2009-02-02 00:00:00

Durante la riunione con i presidenti di Bolivia, Paraguay, Ecuador e Venezuela, i movimenti sociali hanno lanciato una serie di sfide per affrontare la crisi del sistema e promuovere una vera integrazione di popoli della Patria Grande.

Magdalena León, rappresentante della Rete delle Donne Trasformando l'Economia (Ecuador) ha affermato che davanti a una situazione radicale cole quella che si vive con la crisi di un modello in declino sono necessarie risposte radicali.

Ha detto che altrimenti si corre il rischio che queste risposte finiscano per dare un nuovo respiro al modello, legittimando e sostenendo istituzioni obsolete, e ricomponendo relazioni di potere di stampo neocoloniale.

Allo stesso modo, Magdalena León, ha sostenuto che si deve andare avanti fino a un cambiamento strutturale la cui urgenze e percorribilità sono diventati imprescindibili di fronte a questa crisi.

Ha assicurato che questo è il modello che oggi il mondo reclama come risultato dei progressi raggiunti in America Latina. Tra questi ha segnalato le applicazioni pratiche del "buon vivere" riconosciute costituzionalmente da alcuni paesi; la diversità di un tessuto economico che ha permesso la sussistenza e che è la base di un'altra economia, il valore della plurinazionalità, la novità di esperienze come quella dell'ALBA, che dimostrano che un altro tipo di relazione tra paesi e popoli è possibile.

Tuttavia, Leòn ha chiarito che questo nuovo cambiamento non deve essere percepito come una richiesta di maggiore presenza statale, ma di uno stato differente, uno de-privatizzato, al servizio dell'interesse collettivo, che rafforzi il pubblico, non uno stato che adotta un modello di salvataggio che finisce per socializzare le perdite e privatizzare i profitti.

"La crisi porta a un altro livello la necessità di Integrazione. L'Integrazione alternativa insieme alle dimensioni di fine e di mezzo. E' un fine cercato a lungo nella nostra storia. E' un mezzo per trasformare un modello, affinché i popoli trasformino le loro vite, per vincere le disuguaglianze e le ingiustizie, per costruire un'economia per la vita", ha affermato.

Ha aggiunto che gli schemi, o i vecchi e nuovi strumenti di integrazione si sono trasformati e sono stati contagiati dal neoliberalismo. Potranno essere complementari o convergenti solo se perdono la loro carica neoliberale e aggiungono altri contenuti. Tuttavia, ancora oggi esistono forme incompatibili con l'integrazione alternativa, come quelle che si propongono con i Trattati di Libero Commercio.

Per questo, ha sostenuto che il Vertice delle Americhe, che si realizzerà a Puerto España (Trinidad e Tobago), il prossimo aprile, deve trasformarsi in un incontro per l' affermazione della sovranità e delle identità recuperate: una nuova architettura per la sovranità finanziaria (con un meccanismo come quello del Banco del Sud), sovranità alimentare, energetica, "deve essere anche occasione per costruire un'agenda che faccia fronte alle situazioni di colonialismo che persistono nel nostro territorio: Haiti, Porto Rico, Belize, Malvinas, chiamano" ha detto.

D'altro canto, ha detto che si deve guidare l'indispensabile ridefinizione delle relazioni e delle istituzioni internazionali, come già si è fatto nel caso delle revisioni contabili sul debito illegittimo, fino all'impugnazione di meccanismi come il CIADI (Centro Internazionale di Risoluzione delle Dispute sugli Investimenti).

La rappresentante della Rete delle Donne Trasformando l'Economia, ha precisato che è necessario andare avanti con le innovazioni e con l'apprendimento congiunto fino ad arrivare a forme di azione e incontro politico in accordo con la situazione inedita che stiamo vivendo.

Ha ricordato anche che si devono inventare nuovi meccanismi e quadri istituzionali capaci di incanalare e aumentare le energie sociali di cambiamento, per accumulare forze convergenti tra i popoli e i governi, unica possibilità certa per progettare questa congiuntura in una uscita reale dal neoliberalismo, in trasformazioni strutturali, capaci di scrivere un'altra storia.

"Questo è un momento che ci sfida ad affrontare la complessità delle nostre interrelazioni in maniera che ci permettano ci crescere, imparare, inventare, evitando l'inerzia che ci indebolisce. Abbiamo bisogno di tutta la solidarietà e complicità possibile, che non possono essere unilaterali e che presuppongono la reciprocità", ha concluso.

Traduzione di Elvira Corona